Quello che sta accadendo in Emilia, tra scandali e inchieste giudiziarie, sembra ripercorrere quanto accaduto con la ricostruzione a L’Aquila. Ne abbiamo parlato con Mattia Fonzi, giornalista di NewsTown.it, quotidiano abruzzese che dal 2009 segue il post-sisma aquilano.
Alla luce dell’esperienza aquilana, qui cosa ci dobbiamo aspettare ancora?
«Illegalità diffuse: da noi è il momento in cui emergono casi di ‘corruzione’ e ‘clientelismo’ nella ricostruzione privata. Uso le virgolette perché secondo le leggi attuali non ci sono reati penali evidenti, ma siamo sul filo. Se sono ad esempio l’amministratore di un grande condominio non mancano i tentativi di ‘seduzione’ da parte degli imprenditori. “Se dai l’appalto a me rifaccio gratis il bagno delle tua casa a mare”, oppure “se ho io l’appalto faccio per prima casa tua”, eccetera. Più la marea di lavori in nero che si stanno facendo. Manca una legge organica sulla ricostruzione benché siano passati quattro Governi. Sembra quasi che la politica voglia deliberatamente lasciare tutto nella confusione».
A Finale Emilia è stato appena condannato il capo ufficio tecnico del Comune, L’Aquila ha avuto dipendenti pubblici condannati?
«Procedimenti ce ne sono stati, finiti con assoluzioni o archiviazioni, un paio di condanne. Casi isolati su un giro di denaro di 3 miliardi di euro».
E i processi sulle responsabilità per i morti?
«E’ un tasto molto dolente, finora ci sono state archiviazioni, e la condanna in primo grado per la Commissione Grandi rischi è diventata assoluzione in appello».