Esposto alla Procura di Modena sulle modalità con cui sono stati utilizzati i fondi erogati all’Ausl modenese dalla Regione, destinati ad alcuni interventi di messa in sicurezza dopo il terremoto del 20 e 29 maggio 2012. Lo ha presentato Tommaso Foti, capogruppo in Regione del gruppo Fratelli d’italia. Il sospetto è che gli interventi su alcuni immobili Ausl siano stati pagati due volte
Foti spiega di aver effettuato “un attento monitoraggio delle attività amministrative e contabili poste in essere dal Commissario straordinario per gestire l’emergenza”, che si è concentrato in particolare sulle attività dell’Ausl di Modena “sia perchè rappresentativa di una pubblica amministrazione con numerosi immobili danneggiati nell’area del cratere, cioè nell’area di Mirandola, Concordia, San Felice, Finale, sia perchè la Regione nomina di ogni Ausl il direttore generale ed i componenti del collegio sindacale”.
Secondo l’esponente di Fratelli d’italia, si legge sulla Gazzetta di Modena, “non c’è stato il necessario controllo da parte dell’assessorato alla Sanità sul fatto che numerosi interventi già inclusi, a volte da anni, nei piani degli investimenti dell’Ausl siano poi stati finanziati con i fondi destinati esclusivamente ai primi interventi di messa in sicurezza”.
Le risultanze delle ricerche svolte portano, secondo Foti, ad ipotizzare “che la Regione Emilia-Romagna abbia consentito all’Ausl di Modena di utilizzare secondo modalità quantomeno opinabili fondi pubblici nazionali ed europei messi a disposizione per gli interventi post sisma”. A detta del consigliere “emerge poi il fatto che la Regione non abbia effettuato nè la doverosa azione di preventiva valutazione di ammissibilità ai finanziamenti dei progetti presentati, nè l’altrettanto necessaria azione di verifica successiva”. Secondo l’esponente di Fratelli d’italia “non vi è stato, infine, il necessario controllo da parte dell’assessorato alla sanità sul fatto che numerosi interventi già inclusi, a volte da anni, nei piani degli investimenti dell’Ausl di Modena siano poi stati finanziati con i fondi destinati esclusivamente ai primi interventi di messa in sicurezza”.
I FONDI DEL SISMA PER MANUTENZIONI RIMANDATE DA ANNI? Dall’analisi della documentazione, secondo la ricostruzione che ne fa l’esponente regionale di FdI, emergerebbe anche che “le richieste di finanziamento presentate dall’Ausl prima in Provincia e poi in Regione siano esponenzialmente aumentate nel tempo, man mano che si concretizzava la possibilità di accedere ai fondi. E ciò sino a quello che potremmo definire il ‘rush finale’ del dicembre 2012, successivo alla sottoscrizione il 6 dicembre 2012 dell’accordo tra lo Stato e la Ue”.
“Inoltre – conclude Foti – dagli stessi atti assunti dall’Ausl si evidenzia come, acquisiti i rimborsi assicurativi, gli stessi sarebbero stati utilizzati per attuare interventi che con il sisma del 2012 nulla avevano a che fare”. “Tra l’altro – incalza il consigliere – come evidenziato dalle stesse risposte dell’assessorato alla Sanità, risulta che quei rimborsi siano tutt’ora in gran parte inutilizzati”. L’esposto si conclude infine evidenziando alla Procura della Repubblica come “non c’è coincidenza tra i dati forniti dalla Regione in risposta alle richieste di accesso agli atti e le ordinanze mediante le quali sono stati erogati i fondi: una discrasia che definisce un’area di incertezza di parecchi milioni di euro”.