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E’ ufficiale: Vasco Errani nominato Commissario per la ricostruzione nel Centro Italia

da | Set 1, 2016 | Ultime news | 0 commenti

Il Consiglio dei ministri ha nominato Vasco Errani Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso. Il Commissario, riferendo direttamente al Presidente del Consiglio, opererà il coordinamento con le Amministrazioni statali, in raccordo con i Presidenti delle Regioni interessate dal sisma e con i Sindaci, nonché in stretto contatto con l’Autorità nazionale anticorruzione, per definire piani, programmi e risorse necessarie a ricostruire edifici pubblici e privati ed infrastrutture.

“Il primo atto – ha detto Errani indicando le priorità da commissario – sarà costituire un luogo istituzionale in cui discutere e assumere le scelte per ricostruzione, sarà una struttura leggera che decideremo con le Regioni e le autonomie in rapporto alle necessità che ci sono. Servirà accuratezza nella spesa ed il primo impegno sarà la trasparenze delle regole e dei controlli”. In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Errani ha detto che “la prima cosa è andare nel cratere, vedere e capire. Non sarò un commissario calato da alto, è fondamentale il raccordo con il territorio”. “Va bene la dialettica politica, ci sto fuori e sono anche prontissimo a collaborare con tutti i partiti”.

LE POLEMICHE

“Impariamo dagli errori del passato. In Emilia, in provincia di Modena e Ferrara, ci sono ancora 20mila edifici inagibili, più di 12 miliardi di euro che lo Stato ancora deve risarcire a famiglie e aziende agricole. Però quanti telegiornali ancora se ne occupano? Come Lega la prima proposta che abbiamo fatto a Renzi è concedere l’esenzione fiscale per almeno 3 anni alle popolazioni coinvolte dal sisma”. Lo afferma Matteo Salvini a Radio Cusano Campus.
Il governo dice che non farà pagare il ticket sui farmaci, vorrei ben vedere, ci mancherebbe che glielo facesse pagare.
Speriamo che non glielo vada a chiedere fra 6 mesi con gli interessi. Non dobbiamo ricommettere gli errori del passato”.

Se questo è l’incipit….

Caro Neo Commissario Errani,

Il “modello Emilia”, da Lei fortemente voluto, prevedeva come principio base che il commissario delegato fosse il Presidente della Regione colpita e che i Sindaci dei comuni del cratere fossero nominati tutti suoi vice “ per essere più vicini alle esigenze concrete della popolazione”.Non ci risulta che Lei sia Presidente di Marche, Lazio, Abruzzi o Umbria….

Speriamo che questa discrepanza significhi che, al di là dei proclami e delle frasi fatte, non si voglia ricadere negli stessi errori che hanno costellato il post emergenza emiliano.

Magari, per riprendere a mano la materia, potrebbe riguardarsi la petizione in 17 punti firmata da migliaia di cittadini emiliani che abbiamo presentato a Bologna un paio di anni fa (la volta che Lei non ha voluto riceverci in presenza della stampa) e che ora giace coperta di polvere in qualche sgabuzzino del palazzo della Regione, oppure la relazione che abbiamo presentato in audizione a Roma, in data 19 ottobre 2015, su richiesta della Commissione Parlamentare per la Semplificazione. O anche le note sulle problematiche da surplus di burocrazia che, in questi anni, abbiamo segnalato nei vari incontri avuti coi suoi collaboratori e che, ignorate, puntualmente si son verificate nonostante avessimo anche proposto delle soluzioni praticabili.

In ogni caso sappia che potrà far conto su di noi per un memo su tutte quelle cose che non hanno funzionato e che, a quattro anni dal sisma che c’è toccato il maggio 2012, ancora non stanno funzionando. Mica per cattiveria o amore di polemica, ma perché noi ci siamo passati e la condizione del terremotato l’abbiamo vissuta, e la viviamo, sulla nostra pelle e vorremmo evitare che altri fossero costretti a subire gli stessi sbagli.

Cordialmente, Il comitato Sisma.12

 

Le reazioni

Il commento positivo del segretario provinciale del Pd Lucia Bursi che ribadisce, dati alla mano, i meriti della ricostruzione post-sima nelle nostre terre. Ecco la sua dichiarazione:  “Desidero, innanzitutto, augurare, a nome mio e del partito modenese, un buon lavoro al nuovo commissario straordinario alla ricostruzione delle zone del Centro Italia colpite dal terremoto del 24 agosto. Vasco Errani è la persona giusta per ricoprire un incarico così delicato, ma determinante per la rinascita delle zone terremotate del Centro Italia. Ha esperienza amministrativa, ha capacità e conoscenza, ha competenze specifiche in materia raccolte sul campo mentre ricopriva il medesimo ruolo dopo il sisma che ha colpito le nostre terre. Solo pure ragioni di polemica politica hanno mosso le opposizioni che, in questi giorni, quando è filtrata la notizia della sua possibile nomina, hanno provato a gettare fango sull’operato di Errani e, a cascata, anche sulla ricostruzione post-sisma nelle nostre terre. Ogni calamità naturale, è noto, è un caso a parte, ma l’esperienza della ricostruzione, naturalmente ancora in corso, in Emilia viene vista da molti osservatori come un modello, soprattutto se ci ricordiamo lo scenario politico di allora, senza una legge quadro che dettasse regole generali in materia e senza fondi, faticosamente racimolati dal Governo Monti, da destinare nell’immediato a questa tragedia. Certo tutto è migliorabile, e andrà migliorato, come senz’altro vorrà fare lo stesso Errani. Ma i dati parlano chiaro: a quattro anni dal sisma, la ricostruzione in Emilia sta procedendo in maniera trasparente ed efficace. Giova ricordare, come ha fatto di recente l’assessore regionale alla Ricostruzione Palma Costi, i numeri del nostro terremoto: 42.000 persone evacuate immediatamente, 13 miliardi di danni,
14.000 fabbricati abitativi danneggiati e inagibili, 2000 edifici pubblici o di utilizzo pubblico danneggiate e inagibili. I 18.500 studenti dell’area del cratere sismico, nonostante tante scuole danneggiate o inagibili, hanno potuto, da subito, frequentare regolarmente l’anno scolastico in edifici sicuri. Per quanto attiene alle abitazioni private, ben 19.739 sfollati (su 28.114 abitanti con case inagibili) sono ritornati nelle loro abitazioni ricostruite o ristrutturate. I moduli abitativi provvisori erano 756 nel 2012, oggi sono 93, con persone che hanno chiesto di poter rimanere, nonostante i Comuni avessero prospettato soluzioni alternative. Certo il lavoro da fare è ancora molto, soprattutto sul fronte della ricostruzione degli edifici pubblici, ma non si può, per pura speculazione politica, negare l’evidenza dei dati e dei fatti”.

 

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