“Il Comitato Ambiente e Salute strumentalizza, a fini di campagna referendaria, una importante battaglia vinta dalla comunità contro un progetto potenzialmente pericoloso per il territorio”: con queste parole, i parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari respingono l’interpretazione data al voto referendario dal Comitato Salute e Ambiente che, agitando ancora lo spauracchio del deposito interrato di Gas a Rivara, invita a votare No al referendum di domenica prossima. Ecco la loro dichiarazione.
“E’ profondamente sbagliato strumentalizzare una battaglia della comunità e delle istituzioni locali come quella condotta contro il deposito interrato di gas a Rivara per pure ragioni di campagna referendaria. Spiace che a farlo sia il Comitato Ambiente e Salute di Rivara. E’ vero che le disposizioni generali e comuni in materia di tutela dell’Ambiente, in caso di vittoria del Sì, sarebbero in capo allo Stato, ma questo non ha nulla a che vedere con il parere motivato che può esprimere la Regione sui progetti che ricadono direttamente sul proprio territorio.
Un conto è infatti la potestà legislativa in materia di “produzione, trasporto e distribuzione nazionali di energia” piuttosto che di “infrastrutture strategiche di interesse nazionale”, che passa giustamente in capo allo Stato; tutt’altra cosa è invece il processo autorizzatorio per le opere e gli impianti, nonché le modalità specifiche di coinvolgimento degli enti territoriali e delle comunità locali, che nulla hanno a che vedere con la riforma costituzionale in quanto tale. Le modifiche previste al Titolo V della Costituzione non intaccano, in nessun caso, la procedura di Via prevista per questo tipo di progetti e quindi l’intesa e il parere che la Regione formula dopo aver sentito gli Enti locali, le chiavi di volta che hanno consentito alla nostra comunità di far valere le proprie ragioni contro un progetto che, documentazione alla mano, si è dimostrato essere potenzialmente pericoloso per la tipologia del nostro territorio. Parere motivato, tra l’altro, e non “diritto di veto”: i rappresentanti del Comitato ben sanno che non esiste “diritto di veto” delle Regioni e una modifica costituzionale non può certo incidere su ciò che non esiste.
L’Emilia Romagna, tra l’altro, ha dimostrato che, al di là delle competenze costituzionali, la priorità deve essere conferita alla sicurezza e alla sostenibilità: questo è scritto negli accordi siglati con il Ministero per lo Sviluppo Economico. In conclusione, come quando ci siamo impegnati, come parlamentari Pd, al fianco degli Enti locali e dei cittadini dell’Area Nord sulla base di motivate ragioni sul merito del progetto, auspichiamo che anche in materia di referendum costituzionale i cittadini possano attenersi al merito delle novità apportate con la riforma, senza che vengano agitati spauracchi in grado di resuscitare timori e preoccupazioni ormai, per fortuna, sepolti dalle numerose e definitive decisioni prese, ai vari livelli istituzionali, in questi anni”.