A scatenare le ira di Fabrizio Locatelli, austero e composto medico esponente sanpossidiese in Forza Italia, è stato un post comparso su Facebook a firma di Katia Motta, delle liste civiche di Uniamoci, che sintetizza così gli ultimi avvenimenti politici della Bassa. “Faccio notare che a seguito delle provinciali si sono evidenziate due anime in Forza Italia: quella ufficiale e quella che ha appoggiato la nostra lista. Il resto è andato nella lista “centrodestra Liberale Modenese”. Guarda coso composto da personaggi dalle dubbie posizioni politiche, Benatti e anche Locatelli di San Possidonio, medico in sanità privata che chiese improvvisamente di ritirare il referendum sull’ospedale di Mirandola dopo averlo sostenuto inizialmente“.
Il post su Facebook arriva nel pieno della polemica post elezioni in provincia che hanno visto una rottura in casa Forza Italia in cui Antonio Platis, esponente forzista mirandolese, si è candidato con i civici di Uniamoci di cui la cavezzese Katia Mozza è anima e tra i fondatori.
A stretto giro di posta la replica di Locatelli. “Ritengo opportuno presentarmi, anche se non ce ne sarebbe motivo, ma dopo le dichiarazioni di chi sa tutto di me, ma in realtà non sa nulla, faccio presente che ho una carriera ospedaliera e universitaria pluridecennale – scrive in una nota – Ora , a sessantacinque anni, medico in strutture private. Politicamente io sicuramente non ho mai cambiato bandiera! Da sempre di destra! Voglio fare chiarezza anche sulla mia posizione riguardo il referendum per l’ospedale di Mirandola. Io personalmente non sono mai stato propenso, ma ho seguito, come si deve fare in un partito, le indicazioni della maggioranza e capogruppo Platis. A quel punto, essendo io molto preparato sull’argomento (non sono un tuttologo ma di sanità mi posso permettere di parlare) ho collaborato a stendere un ordine del giorno che venne recepito in consiglio comunale a Mirandola prima e Ucman dopo con la sola astensione dei 5 stelle. A quel punto veniva meno la necessita’ del referendum in quanto il quesito ammesso era fragile e chiedeva il percorso partecipato già accordato in Ucman. Faccio notare – conclude il forzista – che la scelta di non aderire al referendum è stata presa da Platis. Non sempre chi appare molto sa e fa e viceversa”.