“Ennesimo pasticcio della giunta Palazzi”. Guidicano così quanto avvenuto al bar del Quartiere Ovest (il Sole e Sapori, i cui gestori hanno annunciato la chiusura) Andrea Pavani e Mattia Veronesi, consiglieri del Movimento 5 Stelle a Finale Emilia.
I due rievocano gli avvenimenti dal punto di vista politico. “Durante il Consiglio comunale del 28 dicembre, avevamo chiesto al sindaco di chiarire cosa stesse accadendo ad una attività produttiva del territorio. Infatti, poco prima, una accorata lettera della titolare del bar “Sole e Sapori” aveva informato tutti i consiglieri comunali che il bando di gara uscito il giorno 15 dicembre, con scadenza 30 dicembre, presentava condizioni di partecipazione proibitive. Condizioni che a parere degli addetti ai lavori e delle associazioni di categoria apparivano completamente fuori dal contesto economico in cui viviamo”.
Inoltre, “il bando presentava criticità in termini di tempi di risposta, visto il periodo festivo di fine anno, anche in ragione della necessità di ottenere garanzie e fidejussioni dagli istituti bancari – proseguono Pavani e Veronesi – Fermo restando la facoltà della Giunta e del sindaco di mettere a bando le condizioni economiche a loro più gradite, ci sembrava curioso che una giunta di “centro destra” volesse penalizzare un’attività produttiva del territorio. Inoltre, aggravando la situazione con la richiesta di sgomberare i locali entro il 15 gennaio qualora il bando fosse assegnato ad altri o, addirittura, non assegnato. Il tutto sottovalutando e svilendo il duro lavoro che imprenditori seri hanno svolto fino ad oggi per far crescere la propria attività”.
In Consiglio “avevamo sottolineato il rischio che una tale procedura, fatta di corsa, a fine anno e con parametri completamente avulsi dalla realtà economica di Finale, avrebbe arrecato danno alla collettività e causato, se anche per pochi mesi, la chiusura di un punto di ritrovo importante per i cittadini del Quartiere Ovest. Era un rischio che si poteva completamente evitare con una più oculata stesura del bando di gara. Il 28 dicembre, con il bando pubblico in corso, appena abbiamo chiesto spiegazioni siamo stati accusati addirittura di “turbativa d’asta”, quindi le nostre dubbie perplessità non hanno trovato risposta. Questo – osservano i due consiglieri comunali – segue l’ormai classico late-motive dell’amministrazione comunale, che messa di fronte alle possibili conseguenze delle proprie azioni, fa spallucce, non risponde o come in questo caso si nasconde dietro ad inesistenti complessità legali (turbativa d’asta, privacy ecc. )”
“I nostri dubbi si sono rivelati fondati, le nostre previsioni, se pur pessimistiche, reali! Il primo bando è andato deserto e del secondo bando non vi è traccia; il bar ha chiuso! Nel futuro si vorrà forse andare verso una trattativa privata come nel caso del bando della Piscina Comunale ? Certo è che da oggi, i cittadini di Finale, anziani e non, hanno un punto di ritrovo in meno , così come una in meno sono le attività produttive di Finale, con buona pace della ripresa economica territoriale, ed anche di quella percezione di sicurezza che un’attività commerciale come in bar infonde negli abitanti di un quartiere”.