Sono 1.175 i lavoratori in cassa integrazione a causa dell’esondazione del Secchia, avvenuta il 19 gennaio scorso. Lo rende noto la Cisl di Modena, che ha analizzato i dati sugli ammortizzatori sociali attivati dopo il 20 febbraio grazie all’accordo stipulato con la Provincia per snellire tempi e procedure per ottenere la Cig per alluvione nei Comuni di Bastiglia, Bomporto, San Prospero, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice e nelle frazioni di Modena di San Matteo, Albareto, La Rocca e Navicello. «A oggi risultano 450 lavoratori in cassa integrazione ordinaria in deroga, 25 in cigo edilizia, 600 lavoratori in cigo industria e 100 lavoratori in sospensione fondo artigianato – afferma Domenico Chiatto, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl con delega alla ricostruzione post sisma e alluvione – Le aziende interessate dalla cig ordinaria – circa 200 – sono generalmente piccole e medie imprese meccaniche, tessili e della chimica-gomma-plastica.
Il 40 per cento del totale dei lavoratori fermi è rappresentato da addetti del terziario, in particolare socio-sanitario-assistenziale e commercio, per i quali si attiva la cig in deroga. A questi numeri – continua Chiatto – vanno aggiunti gli addetti dell’agricoltura, sui quali mancano ancora dati precisi, autonomi, artigiani e persone con forme di lavoro diverse. Per questo stimiamo che il totale dei lavoratori che hanno dovuto fermarsi possa avvicinarsi complessivamente alle 2 mila unità».
La maggior parte della aziende che hanno fatto ricorso alla cig, sono dislocate a Bastiglia e Bomporto; sono state presentate domande anche a Camposanto, Medolla e San Felice. La cassa integrazione ordinaria dura inizialmente tredici settimane, mentre quella in deroga scade il 31 marzo, come previsto dagli accordi regionali.
«Sono necessarie risorse aggiuntive per la cig in deroga, che, rispetto agli accordi con la Regione, registra un maggior utilizzo proprio a seguito dall’alluvione – sottolinea il sindacalista Cisl – Alcune aziende colpite da questa ultima calamità, tra l’altro, avevano già subito danni a causa del terremoto e incontrano forti difficoltà nel riprendere l’attività. Hanno bisogno di sostegni straordinari non solo per rimettere in sesto gli impianti, ma anche per anticipare l’indennità cig ai propri dipendenti». Chiatto aggiunge che resta aperto il problema dei danni a imprese e privati.
«C’è chi ha perso quasi tutto, dai mobili agli elettrodomestici all’auto. Per questo – conclude il segretario Cisl – ci aspettiamo che l’atteso decreto ministeriale sui risarcimenti preveda, come richiesto dalla Regione, gli stessi criteri e modalità riconosciuti alle popolazioni terremotate».