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Federica Pincelli parte missionaria per il Brasile

da | Feb 25, 2017 | Curiosità, Camposanto, Personaggi | 0 commenti

Starà via diversi mesi, e tutto il suo paese, Camposanto le stringe attorno un abbraccio virtuale che l’accompagnerà nel lungo viaggio oltreoceano. È in Brasile che va Federica Pincelli, alla volta di San Paolo del Brasile, dove presterà servizio per alcuni mesi presso la scuola delle Figlie della Provvidenza per i sordomuti.

Dando la notizia, la rivista diicesana Il nostro tempo riporta parte dell’omelia del vescovo Erio Castellucci: “È molto comodo chiedere un segno, come fanno i Farisei, perché toglie la fatica del credere, toglie la responsabilità dall’uomo e la mette nelle mani di  Dio, chiede che sia lui a  risolvere i problemi, si affida al miracolo, tenendo le mani in tasca. È per questo che Gesù dice: ‘a questa generazione non sarà dato alcun segno’. In realtà ci sono molti segni, ma, siccome i farisei sono ciechi, vorrebbero molto di più, vorrebbero evitare la fatica di impegnarsi. Il Signore ci dà tanti segni, ma il più grande, quello che li riassume tutti, si chiama ‘il fratello’, che è il termometro della fede e dell’amore. Il segno più grande non è una realtà straordinaria, soprannaturale, celeste, ma è vicino a noi. Infatti s. Paolo dice che se noi celebriamo bene la cena del Signore, ma non sappiamo riconoscere il suo corpo, non sappiamo rispettare il fratello, vivere la giustizia, non riusciamo a capire neanche il segno dell’Eucarestia. Anche il grande segno della Parola di Dio ha il suo termometro su come noi viviamo il rapporto con il fratello; anche se dedicassimo un’ora al giorno a studiare il Vangelo e poi disprezzassimo il fratello, non riuscissimo a chiedergli come sta quella parola non sarebbe un segno. Alla fine il Signore non ci chiederà: qual è il grado della tua fede? Quanto tempo hai passato in chiesa, sai a memoria alcune parabole del Vangelo, sei in grado di fare un quarto d’ora di adorazione? Ci farà domande più semplici, meno elaborate: ho avuto fame, mi hai dato da mangiare? Ho avuto sete, mi hai dato da bere? Ero nudo, mi hai vestito, ero In carcere, mi hai visitato? Questo è il termometro della fede e della carità. E’ importantissima l’eucarestia, centro della vita cristiana, è importantissima la Parola, ma senza la fraternità rimarrebbero un cembalo che tintinna. Troppo facile offrire tempo e energie a Dio e non riuscire ad offrirle al fratello. Ed è il peccato di Caino, che credeva di avere fatto una buona offerta, probabilmente si era anche impegnato come Abele, ma la sua offerta era solo verticale: non riesce a vivere la fraternità. ‘Che hai fatto?’ gli dice Dio, davanti a questa disarmante dichiarazione di responsabilità. ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’. Ecco, questo era il termometro, il riscontro della verità della tua offerta: sei proprio tu il custode di tuo fratello. Tu hai pensato di fare piacere a Dio perché gli hai offerto qualcosa, hai rinunciato ai frutti del suolo e non ti sei accorto che non hai rispettato il segno più grande, il  fratello.  Questa è una delle più belle definizioni della nostra missione, purtroppo la bibbia ce la dà inizialmente, in forma tragicamente negativa: sono io il custode di mio fratello.  Questa è anche la maturità cristiana: finchè uno non arriva a dire ‘sono io il custode di mio fratello’, anche se andasse a messa tutti i giorni, e facesse lectio divina due volte la settimana, non sarebbe arrivato al segno più grande che il Signore gli dà”.

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