Il Sindaco Maino Benatti interviene sulla visita del Papa a Mirandola che è prevista il prossimo 2 aprile.
«Per noi sarà una grande gioia e un onore ospitare a Mirandola Papa Francesco. La sua scelta di venire a visitare i luoghi del “cratere”, a cinque anni dal sisma, è un segno di grande sensibilità e vicinanza a una comunità che ha tanto sofferto. Lo ha fatto con una decisione a sorpresa, genuina, com’è nel suo stile, che lo rende un Pontefice tra i più amati e vicini alla gente.
So che Monsignor Francesco Cavina ha lavorato per farlo venire anche qui a Mirandola, e di questo ringrazio di cuore il Vescovo.
Avremo così l’occasione di mostrare al Papa e al mondo intero cosa abbiamo fatto finora per ricostruire scuole, case e fabbriche, in appena un lustro. Ma al Pontefice faremo vedere anche ciò che ancora manca per completare un cammino che, l’ho sempre detto, è lungo e ha bisogno di pazienza e nervi saldi. Mi riferisco, in particolare, alle chiese e ai monumenti, sui quali c’è ancora tanto da fare per rivedere le nostre città meglio di come erano prima del 2012.
La visita al Duomo darà modo al Pontefice di vedere, da vicino, i danni del sisma, ma anche di sentire dalla nostra gente la voglia che questa comunità ha di riappropriarsi dei propri simboli identitari, a partire dagli edifici religiosi.
Mi fa poi particolarmente piacere che una delle tappe del viaggio sia San Giacomo Roncole, dove è “nata” Nomadelfia, la straordinaria esperienza di umanità, fratellanza e accoglienza fondata da don Zeno, che Papa Francesco, di recente, ha dichiarato pubblicamente di apprezzare.
Credo che in un periodo come il nostro, segnato da chiusure e divisioni, ci sia estremo bisogno di esempi luminosi di apertura e di inclusione, come quello che ha significato per la nostra terra don Zeno e come quello che, ogni giorno, vediamo rappresentato da Bergoglio.
Caro Papa Francesco, ti aspettiamo!».