Ad oggi, nonostante le domande rivolte al Prefetto e nonostante l’arrivo dei primi profughi sia previsto per la prossima settimana, non si sa nulla di più rispetto a quanto, di poco, sapevamo un mese fa. A domanda non ci è stato risposto quanti siano i richiedenti asilo che non hanno ottenuto lo status richiesto, e quindi non hanno più diritto alla protezione. Così come non ci è stato risposto quanti accolti, risultati regolari, siano stati rimpatriati e con quale criterio il gestore dell’accoglienza sceglierà, in ogni comune, dove collocare i profughi.
Capiamo l’imbarazzo e la difficoltà dei sindaci PD a dovere spiegare ai loro cittadini questa situazione, a dovere spiegare che il Presidente della Provincia Muzzarelli che nel luglio aveva detto che i profughi non dovevano essere distribuiti nelle aree terremotate, si è dovuto rimangiare la parola, ma non è avvallando la tesi avanzata dal Prefetto secondo cui l’emergenza sisma è di fatto finita e che i comuni terremotati sono equiparabili, nei doveri, a quelli che il terremoto non l’hanno subito, che si fanno gli interessi della collettività. Semplicemente perché ciò non è vero.
Perché le 900 persone che nella sola Mirandola ricevono il contributo di autonoma sistemazione perché ancora fuori casa, e le decine di Map agricoli ancora occupati, sono reali, certamente più veri della favola secondo cui l’emergenza è finita ed i 216 profughi presenti sui nostri territori non incideranno sui servizisociali, sul degrado sociale, sulla sicurezza, sulla spesa pubblica, sul lavoro. Perché che provengano dallo Stato o dai Comuni, sempre di soldi pubblici si tratta. Sottratti dalle casse di uno Stato che piange miseria, che non trasferisce i soldi dovuti agli enti locali, e dice che le risorse non ci sono quando viene chiesto di intervenire su scuole, strade e sicurezza.
Se i sindaci PD volevano convincere che la scelta del sindaco di Finale Emilia di dire NO era sbagliata, dopo ieri sera hanno ottenuto l’effetto contrario. I cittadini, non sono di Finale Emilia, hanno capito che quella dell’ascolto e della tutela degli interessi della propria comunità ancora piegata dal terremoto, rappresenta la priorità assoluta rispetto alla supina obbedienza di fronte a decisioni imposte dall’alto in nome di una politica fallimentare a marchio PD che in nome dell’accoglienza sta provocando danni enormi”