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Provincia senza soldi, parte l’esposto per impedire i prelievi forzosi

da | Mar 17, 2017 | | 0 commenti

Un esposto cautelativo alla Procura della Repubblica e Prefettura di Modena e alla Corte dei conti di Bologna sulla situazione finanziaria della Provincia è stato inviato da Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, giovedì 16 marzo, aderendo, come proposto dall’Unione delle Province d’Italia (Upi), ad analoghe iniziative da parte di tutti i presidenti delle Province italiane in vista del Consiglio dei ministri del 24 marzo.

In questa data, infatti, il Governo dovrebbe assumere provvedimenti per ridurre i prelievi, previsti dalle leggi di Stabilità, sulle risorse delle Province che, si legge nell’esposto,  comportano per l’ente un serio rischio di incorrere in gravi responsabilità.

«I cittadini – sottolinea Muzzarelli – hanno diritto a strade e scuole sicure, ma con questi prelievi forzosi, un autentico federalismo al contrario, non siamo nelle condizioni di approvare un bilancio e di garantire l’erogazione dei servizi. Anche se il recente referendum – aggiunge Muzzarelli – ha confermato le Province come organo di rilievo Costituzionale, nessuno vuole tornare ai vecchi enti e la recente riforma ha portato risparmi ed efficienza; la stessa riforma ha assegnato alle Province competenze importanti che devono essere garantite, per questo serve con urgenza un decreto legge per restituire le risorse necessarie».

Nell’esposto si giudicano i prelievi «una violazione dell’art. 119 della Costituzione, nonché del principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione di cui all’art. 97 della Costituzione» con gravi danni per i cittadini e per l’ente che non è in grado di far fronte alle proprie competenze  istituzionali tra cui spiccano la manutenzione a Modena della rete di oltre mille chilometri di strade provinciali e la manutenzione di 58 edifici scolastici superiori e 24 palestre.

Viene ripresa nell’esposto anche la recente relazione della Corte dei Conti che ha giudicato i tagli alle Province «illegittimi e irragionevoli, tali da rendere impossibile lo svolgimento delle funzioni istituzionali».

I conti dell’ente, allo stato 37 milioni nel 2017 previsto un “buco” di quasi 10 milioni di euro

 

Per la Provincia di Modena i prelievi  dello Stato ammontano nel 2017 a quasi 38 milioni di euro su un totale di oltre 61 milioni di entrate (soprattutto Ipt e quota della Rcauto).

Nel 2017 la spesa per le funzioni fondamentali della Provincia di Modena, tra cui la manutenzione della rete di oltre mille chilometri di strade provinciali e di oltre 60 istituti scolastici superiori, ammonta a circa 33 milioni di euro.

Lo squilibrio di bilancio è pari, quindi, a quasi dieci milioni di euro, la somma necessaria, sottolinea Maria Costi, vicepresidente della Provincia di Modena, «che servirebbe per chiudere un bilancio comunque di pura sopravvivenza, senza investimenti in infrastrutture e manutenzioni straordinarie, indispensabili per migliorare la viabilità e la qualità delle nostre scuole. Investimenti che ora riusciamo in parte a garantire esclusivamente con fondi provenienti da altri enti». 

In base ai calcoli dell’Unione Province d’Italia (Upi), a livello nazionale il prelievo dello Stato nel 2017 ammonta a un miliardo e 640 milioni di euro su un totale di quasi due miliardi e 100 milioni di euro di entrate delle Province; restano agli enti, quindi, circa 500 milioni di euro, quando nel 2014, solo per gestire le competenze fondamentali rimaste dopo la riforma Delrio (soprattutto strade e scuole), le Province italiane nei propri bilanci avevano previsto risorse pari a un miliardo e 300 milioni di euro.

E nelle previsioni delle leggi di Stabilità, i tagli avrebbero dovuto essere addirittura maggiori: per la Provincia di Modena fino a 50 milioni nel 2017; ma il Governo, nei giorni scorsi si è impegnato ad azzerare questo ulteriore prelievo; per l’Upi si tratta di un primo passo, però assolutamente insufficiente.

LA NOTA DELL’UNIONE PROVINCE ITALIANE UPI

Anche UPI Emilia-Romagna accoglie, attraverso i propri Presidenti di Provincia, l’appello del Presidente di UPI nazionale, di proporre cioè un esposto cautelativo per segnalare la condizione ormai insostenibile riguardo la manutenzione di strade e scuole di competenza provinciale e portare pienamente a conoscenza, oltre alle Comunità, anche ai giudici della criticità estrema in cui versano le infrastrutture primarie dei territori.

 

L’intento unitario è quello di concentrare l’attenzione la voce sulla grave situazione finanziaria che incombe sulle Province, che ne impedisce l’approvazione dei bilanci 2017 e che rende al tempo stesso non sostenibili, in forza dei tagli continui, servizi fondamentali come la manutenzione di 130.000 km. di strade e oltre 5.000 scuole superiori frequentate da oltre 2,5 milioni di studenti.

 

Pertanto, è necessario che lo Stato si assuma le proprie responsabilità: dato che le Province restano, come decretato dall’esito del referendum del 4 dicembre 2016, che ne ha bocciato la modifica costituzionale, devono avere le adeguate risorse per le funzioni che sono chiamate a svolgere.

 

Il problema dei tagli del Governo alle Province è stato recentemente sollevato anche dalla stessa Corte dei conti in audizione alla Commissione bicamerale lo scorso 23 febbraio, che li ha definiti “tagli irragionevoli”.

 

Il problema di fondo rimane il forte squilibrio finanziario tra entrate e uscite nel 2017, di tutte le Province italiane, di circa 700 milioni di euro. Un dato allarmante, se si pensa che è generato dal fatto che la maggior parte delle risorse proprie derivanti dall’imposizione fiscale (RC auto e IPT) finiscono a Roma, secondo quanto previsto dalla Legge finanziaria 190/2014, che ha previsto prelievi da un miliardo nel 2015, due miliardi nel 2016 e che dovrebbero arrivare a tre miliardi nel 2017; insostenibilità pura, dunque, se ci si affida anche solo all’aritmetica.

 

“Le condizioni in cui si trovano le Province non sono più sostenibili.” – commenta Giammaria Manghi, Presidente di UPI Emilia-Romagna e Presidente della Provincia di Reggio Emilia – “La legge 56 ci ha affidato una serie di funzioni fondamentali, ma la programmazione finanziaria dello Stato non ci ha attribuito le risorse per farvi fronte e, in primis, dobbiamo risponderne ai cittadini. Ad oggi, non siamo più in grado di garantire la funzionalità dei servizi. Di questo, lo Stato deve prendere atto e porre rimedio al più presto, trovando le risorse necessarie. Non vi è più la più disponibilità ad accettare ulteriori proroghe”.

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