La gestione del paziente anziano con frattura del femore è al centro di un convegno organizzato sabato 25 marzo 2017 (dalle ore 8.00 alle ore 16.00) dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena nell’ambito dell’evento annuale del gruppo di studio Anestesia in Ortopedia della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione (SIAARTI), presso l’Aula Vecchiati dell’Ospedale Civile di Baggiovara. Scopo del convegno è ottimizzare la gestione del paziente anziano fratturato di femore alla luce delle più attuali evidenze della letteratura scientifica in campo anestesiologico.
“L’anziano fratturato di femore – spiega la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile di Baggiovara e dell’Anestesia e Rianimazione II del Policlinico di Modena – rappresenta una sfida per le attuali organizzazioni sanitarie. Considerata la rilevante incidenza di questa frattura nei pazienti geriatrici ne consegue un’elevata richiesta di assistenza sanitaria in pazienti fragili. Soprattutto in questi malati la frattura di femore può alterare in maniera significativa l’autonomia del paziente, favorire lo sviluppo di complicanze e compromettere l’aspettativa di vita”. Ogni anno, a Modena, sono circa 500 i pazienti con un’età superiore ai 60 anni che si fratturano il femore. L’Azienda Ospedaliero – Universitaria con l’Ortopedia del Policlinico e dell’Ospedale Civile di Baggiovara, con le U.O. di Anestesia e Rianimazione, con i Geriatri e con la Medicina Riabilitativa dell’Ospedale Civile, è in prima linea nell’affrontare, in modo multidisciplinare, il trattamento dei pazienti con frattura di femore.
“L’anestesista ha un ruolo centrale nella gestione del paziente anziano con frattura del femore – aggiunge il dottor Vincenzo Lucio Indrizzi, anestesista del Policlinico di Modena – essendo parte attiva non solo nel periodo intra-operatorio, ma anche nella fase di preparazione del paziente e nella gestione del dolore post-operatorio; fasi tutte determinanti per consentire la migliore ripresa funzionale e ridurre le complicanze”. Per tale ragione è utile riunire anestesisti, ortopedici e riabilitatori al fine di fare il punto sulle problematiche di questa tipologia di pazienti che vanno gestiti in una visione di insieme, per garantire ai pazienti il massimo delle specifiche competenze specialistiche.
“Il periodo perioperatorio – conclude il dottor Marco Degoli dell’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Baggiovara – rappresenta infatti uno stress notevole per il paziente fragile ed in tale contesto un’opportuna condotta anestesiologica può proteggere il malato dallo sviluppo di complicanze, può favorire il recupero funzionale e può contribuire a preservare l’autonomia della persona”.