Le segreterie modenesi delle Organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti, Faisa-Cisal e Ugl FNA hanno proclamato uno sciopero provinciale di 24 ore per lunedì 24 aprile. La proclamazione dello sciopero è stata comunicata a Seta nel pomeriggio dell’altroieri, mercoledì 29 marzo, ovvero solo poche ore prima dell’incontro già fissato per questa mattina nell’ambito della trattativa sull’armonizzazione contrattuale. La direzione aziendale di Seta ha deciso di sospendere la trattativa in corso, comunicando alle Organizzazioni sindacali che ogni discussione potrà riprendere solo ed esclusivamente qualora venga revocato lo sciopero.
“Proclamare un’ulteriore astensione dal lavoro – è il giudizio che Seta esprime in un comunicato stampa -rappresenta una mossa strumentale e provocatoria, che Seta non intende più accettare.Lo sciopero non può essere interpretato come uno strumento dialettico ma, in quanto fonte di disagi per l’utenza e danni economici per l’azienda e per gli stessi lavoratori, deve rappresentare un’extrema ratio da attivare solo dopo aver esaurito ogni possibile forma di confronto, che peraltro non si è mai interrotto come dimostrato dai 17 incontri già tenuti negli ultimi 10 mesi. L’atteggiamento dei sindacati modenesi appare quindi strumentale. Lo prova il fatto che le vertenze non riguardano, come oramai succede nel nostro Paese, la difesa dell’occupazione, il timore della chiusura degli stabilimenti, la contrazione delle vendite, la delocalizzazione della produzione, l’attivazione di ammortizzatori sociali. Quello che si contesta, ad esempio è l’eccessivo ricorso allo straordinario: i sindacati sanno bene che ciò si rende indispensabile per sopperire all’anomalo livello di assenze per malattia degli autisti di Modena, non riscontrato né a Reggio Emilia né a Piacenza, con conseguenti disagi per l’utenza ed un aggravio imprevisto di lavoro per i colleghi disponibili a coprire i turni di lavoro che saltano senza preavviso. Dal riscontro dei dati del mese di marzo, emerge un totale di assenze per malattie per gli autisti di Modena (circa 400 unità) pari a complessivi 887 giorni con punte massime di 35 assenze giornaliere. Nello stesso periodo negli altri due bacini serviti da Seta (Reggio Emilia e Piacenza, circa 420 unità) il totale delle giornate di assenza è stata di 592 giorni: quasi il 50% in più.
Dall’atteggiamento dei sindacati modenesi non emerge, nei fatti, la volontà di portare avanti una discussione nel merito ma solo la preoccupazione di mantenere, rispetto ai lavoratori degli altri bacini, disparità nell’organizzazione del lavoro.
Diversi delle problematiche sollevate, peraltro, sono già state affrontate o non sono comunque prerogative esclusive del bacino modenese. Tanto è già stato fatto sul fronte della sicurezza dei mezzi, degli investimenti per il rinnovo del parco circolante, della remunerazione dei dipendenti, come certificato anche dal documento di previsione per il 2017 approvato dal Consiglio di Amministrazione di Seta nel corso dell’ultima riunione. Il piano economico-finanziario per l’anno in corso individua quattro principali linee di indirizzo: la conferma degli impegni economici assunti per la manutenzione dei mezzi, per la sicurezza e per le tecnologie di supporto al servizio erogato, con una previsione di spesa di 5,4 milioni (in crescita del 7,4% rispetto al 2016). Sono inoltre previsti investimenti per 14,3 milioni di euro, di cui 12,7 milioni in nuovi mezzi ed 1,6 milioni di euro in tecnologie di bordo e di terra, con un conseguente aumento significativo degli ammortamenti. Si prevede inoltre un aumento del costo del personale, come conseguenza sia dell’aumento della forza lavoro sia dell’entrata a regime del nuovo Contratto nazionale di categoria, il cui impatto complessivo è per il 2017 di circa 1,6 milioni di euro: 2 milioni in più all’anno a regime. Va inoltre considerato che ai dipendenti verrà erogato per il 2016 un premio di produzione il cui valore complessivo è superiore del 25% rispetto all’anno precedente.
Seta, quindi, ribadisce ancora una volta che l’unico luogo deputato alla contrattazione aziendale e alla discussione di ogni tema posto dalle organizzazioni sindacali è costituito dal tavolo per l’armonizzazione contrattuale, come ribadito anche dagli Enti proprietari”.