Sul tema della nuova concessione per trivellazioni data alla Aleanna per la zona Fantozza che copra un’area a cavallo tra la Bassa e il reggiano, è stata depositata una interrogazione a risposta scritta dal parlamentare di Sinistra Italiana Giovanni Paglia. Ecco il testo
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico –
Per sapere –
La statunitense Aleanna Resources, forte di un permesso ottenuto dal MISE e poi successivamente autorizzata dalla Regione Emilia Romagna, avrebbe intenzione di procedere con l’esecuzione di sondaggi per la ricerca di idrocarburi (petrolio, metano e butano) nel sottosuolo di un’area denominata “Fantozza” che si estende per 102,3 chilometri quadrati tra i comuni di Guastalla, Novellara, Campagnola, Fabbrico, Reggiolo, Rolo, Rio Saliceto (RE) e, per una parte più limitata, di Novi e Carpi nel modenese;
Detti sondaggi preventivi dovrebbero avvenire mediante operazioni di “rilievo sismico tridimensionale” con uso di vibratori meccanici;
La Regione Emilia Romagna, dopo avere in un primo momento sospeso il progetto, ne ha certificato la fattibilità nel corso del 2016 sbloccando l’iter, tanto che rappresentanti della società statunitense si sono già messi in contatto con gli agricoltori proprietari dei fondi interessati, la maggior parte dei quali si è però dichiarata contraria tramite petizioni e prese di posizione sulla stampa locale;
Il Consiglio provinciale di Reggio Emilia ha approvato all’unanimità, nel marzo 2013, un ordine del giorno che afferma “la propria contrarietà a progetti di ricerca idrocarburi che prevedano nuove trivellazioni nelle zone interessate dal sisma del 2012”; diverse intenzioni e atti in questo senso sono stati portati avanti anche dall’Unione Comuni Bassa Reggiana e dall’Unione Comuni Pianura Reggiana; il Consiglio comunale di Novellara, sempre nel 2013, ha approvato all’unanimità una delibera che esprime gli stessi contenuti; il tutto sull’onda delle mobilitazioni promosse da associazioni e comitati, capaci di raccogliere oltre 4.000 firme di cittadini contrari, consegnate ad assessori e consiglieri regionali;
Alla mobilitazione odierna del mondo ambientalista, occorre aggiungere la persistente, diffusa e comprensibile preoccupazione della cittadinanza riguardo al tema più generale delle trivellazioni, in una zona che ricade nel cratere del terremoto del maggio 2012.
La zona in oggetto risulta essere già molto sfruttata; ricordiamo la presenza degli impianti petroliferi del Cavone (in esaurimento) tra i comuni di Novi, San Possidonio e Mirandola (Mo) nonché l’importante giacimento di gas metano compreso tra i comuni di Correggio, Rio Saliceto, Bagnolo e Campagnola (Re), individuato sin dal 1951; in particolare, nei decenni passati furono trivellati 52 pozzi a diverse profondità, alcuni dei quali rimasti in produzione fino al 2002, anche se la concessione scadeva nel 2017, perché risultava che “il livello maggiormente produttivo del campo” fosse esaurito; ciò nonostante, nel 2012 una società australiana (Po Valley) chiese di perforare il terreno di Correggio (anche allo scopo di effettuare prove di stoccaggio), suscitando la costituzione di un locale comitato No Triv e la «ferma contrarietà» del sindaco dell’epoca Marzio Iotti; il MISE, nei documenti emessi dall’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse, ha dichiarato l’area correggese «sito non idoneo allo stoccaggio».
Gli stessi amministratori locali reggiani sembrano essere stati presi alla sprovvista tanto da avere richiesto un incontro ai rappresentanti di Aleanna Resources che si è concluso con una nota che predica cautela: “data la complessità dell’area, e la presenza di emergenze storiche, architettoniche e ambientali, i sindaci intendono procedere con un attento percorso di approfondimento e confronto sull’eventuale impatto delle ricerche, che necessariamente dovrà coinvolgere anche i cittadini”.
Non è chiaro il motivo per cui la Regione abbia ritenuto di dare il via libera a questo permesso, dati questi precedenti, né risulta sensata l’opportunità di operazioni del genere in una zona di alto pregio naturalistico e agricolo.
Chiede
Se non sia il caso di revocare il permesso, anche in ordine alle prossime ed eventuali nuove procedure di Valutazione d’impatto ambientale (Ambiente) e di concessione mineraria (MISE).
FIRMA
On. Giovanni Paglia – Sinistra Italiana