Tempo di rinnovi per Cna, chiamata in questi giorni ad eleggere, come accade ogni quattro anni, i propri organi dirigenti. Percorso a cui non è sfuggita l’Area Nord, che nei giorni scorsi, ha eletto il presidente della sede di Mirandola, confermando Cesare Galavotti, e quello di Cavezzo, nominando al ruolo Corrado Pizzirani.
Nel corso delle assemblee, svolte congiuntamente, sono stati affrontati anche i temi dell’Area Nord, a cominciare dalla Cispadana, della quale i due neopresidenti hanno ribadito la fondamentale importanza per l’economia locale, tenendo ovviamente conto degli impatti ambientali di questa infrastrutture di cui si parla da almeno trent’anni.
Altro tema importante è quello della fusione dei comuni, materia sulla quale il territorio modenese è, in generale, in ritardo, ma che i Comuni dell’Area Nord hanno deciso di affrontare tra i primi. “Riteniamo – hanno detto i due presidenti – che un tale progetto vada nella direzione di dare un maggior peso a livello politico all’Area, al di là degli altri innegabili vantaggi per ciò che riguarda la maggior efficienza e la riduzione dei costi amministrativi. Si tratta di un percorso partecipato intrapreso già da diverso tempo da alcune Amministrazioni Comunali e che auspichiamo possa arrivare a compimento rapidamente e con il coinvolgimento del maggior numero possibile di comuni”.
In questo senso, si pensi ad esempio alle possibilità che potrebbe avere un grande comune di incidere sulle politiche occupazionali. Perché sarà anche vero che, come dimostrano i dati della Camera di Commercio, nell’Area Nord si registra un’apertura del numero di partite iva, ma si tratta spesso di un tentativo di trovare risposte ad una disoccupazione crescente. Purtroppo sono lontani i tempi in cui dall’apertura di una partita iva nascevano imprese che si strutturavano e davano occupazione nel tempo. Si tratta di cambiamenti che occorre tenere in considerazione nell’individuazione di politiche di sviluppo del territorio.
Altro tema caldo è quello della sicurezza, perché anche la zona di Mirandola e dintorni, al pari di altre, è sempre più soggetta a furti in abitazione o ai danni delle attività economiche. Secondo CNA, è sicuramente difficile trovare risposte adeguate, ma di certo la tematica della sicurezza deve essere affrontata su molteplici aspetti. Ad esempio, sul versante della prevenzione, su quello giuridico, con pene che siano davvero certe, infine sul piano della disponibilità di quelle risorse necessarie alle forze dell’ordine per prevenire e perseguire i crimini.
Più locale la vicenda Aimag, “in merito alla quale – dicono Galavotti e Pizzirani – non vogliamo entrare nel merito delle valutazioni, tecniche e politiche, relative ad eventuali accorpamenti e fusioni con altre aziende del settore. Di sicuro, sappiamo che i 70 milioni di investimenti previsti nei prossimi 3 anni, che il passaggio della tassa rifiuti alla tariffa, che coinvolgerà diversi comuni dell’Area e che garantisce una maggior equità, vanno nella direzione di un legame con il territorio che dovrà essere mantenuto, a prescindere da qualsiasi accordo”.
Per ultima, ma non ultima, la ricostruzione post sisma. Dopo quasi 5 anni i risultati raggiunti dell’impegno di privati ed istituzioni sono sotto gli occhi di tutti: gli studenti, di fatto, non hanno perso un giorno di lezione, la stragrande maggioranza delle imprese hanno ripreso l’attività in strutture più tecnologiche e sicure del passato, i moduli abitativi sono ormai svuotati, a dimostrazione del fatto che la ricostruzione delle abitazioni sta procedendo. CNA ha fatto la sua parte cercando soluzioni rispetto ad alcune criticità (pensiamo al riconoscimento dei danni economici, al rinvio dell’inizio della data di restituzione del finanziamento imposte, al pagamento delle imprese subappaltatrici, per fare solo alcuni esempi) e, sul fronte dei rimborsi, istruendo pratiche per oltre 50 milioni di euro. Ora, però, occorre impegnarsi per risolvere tutte quelle questioni più complesse che ad oggi non hanno trovato ancora delle puntuali risposte. In particolare la ricostruzione ed il rilancio dei centri storici, e l’accelerazione delle pratiche di rimborso ingessate da una burocrazia talvolta eccessiva e ridondante garantire a quelle imprese che per molteplici ragioni non sono ancora riuscite a chiudere le proprie pratiche di ricostruzione una maggiore celerità e spinta in tal senso.