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Bergamini (Uniamoci). Gestacci, parolacce, l’ombra della droga: “Alcuni ragazzini della Casa famiglia sono un problema”

da | Ago 24, 2017 | In Primo Piano, Medolla | 0 commenti

Sale l’insofferenza e la preoccupazione a Medolla per il problema sicurezza, che vede sul banco degli imputati alcuni dei ragazzini stranieri ospiti della due case di accoglienza di Medolla che si trovano nella zona di via Pascoli. Qui vivono sedici minorenni e tre neo maggiorenni che provengono da vari paesi dell’Africa, dal Pakistan e dall’Albania, arrivati in Italia da soli e per i quali è previsto un percorso di accoglienza immediato. A maggio due di questi giovani nordafricani sono stati accusati dai Carabinieri di aver tentato di scassinare un distributore di sigarette, la scorsa settimana in quattro avrebbero accerchiato e tentato di fermare una signora sulla ciclabile, e di questi giorni è l’episodio più grave che li avrebbe coinvolti: durante un controllo uno dei giovani avrebbe aggredito e ferito due Carabinieri.
 

Marco Bergamini

Per capirne di più, in attesa che il sindaco di Medolla dia venerdì la sua versione su quanto sta accadendo, abbiamo intervistato un esponente dell’opposizione, Marco Bergamini, consigliere comunale a Medolla per una lista indipendente e consigliere dei civici Uniamioci nel Consiglio dell’Unione Comuni Area Nord.

Che clima c’è sul fronte sicurezza a Medolla?

“In generale a Medolla il livello di sicurezza va inquadrato nel sistema territoriale di cui fa parte. Abbiamo ondate di atti predatori più o meno intense, a seconda dei momenti. Furti e rapine né più né meno che negli altri comuni della Bassa. C’è poi un altro grave problema: la maleducazione è in aumento e il senso civico in diminuzione, i paesi devono tornare vivibili”.

Cosa si potrebbe fare?

“Più telecamere e maggiore presenza delle forze dell’ordine potrebbe portare qualche vantaggio, compreso il controllo di vicinato che già avevamo sollecitato ma che era stato bollato come inutile e dannoso perchè – dicevano – segnalava ai ladri dove c’erano i controlli. Ora hanno fatto marcia indietro e dicono che è una delle soluzioni possibili. Il grosso problema – riflette Bergamini – è che i Medollesi si sono stancati di denunciare. Se sembra che ci siano meno furti non è perchè sono calati gli atti criminali, ma perchè le denunce sono calati, soprattutto delle rapine che avvengono in casa o i piccoli furti sulle automobili o di biciclette”. 

Quali sono i rapporti del paese con i ragazzi ospiti della Casa famiglia?

“Per capire il clima mi pare già abbastanza quanto raccontano i cittadini sui social, sono gli stessi discorsi che vengono replicati al bar, alla stazione, al supermercato. E’ così da settimane, mesi. Per questo noi il 31 luglio scorso facemmo una interrogazione in cui chiedemmo all’Amministrazione comunale di riferire in Consiglio sulla situazione”

C’è la sensazione che la Casa famiglia crei problemi?

“Sì, c’è questa sensazione. So che ci sono denunce formali ai carabinieri e alle forze dell’ordine, non solo denunce da bar o sui social. Si tratta di situazioni abbastanza chiare, già da tempo. Noi abbiamo fatto l’interrogazione proprio a questo scopo, per capire e rendere pubbliche quale fossero le situazioni di disagio. La risposta dell’assessora è stata totalmente lacunosa, sintetizzabile con un “Quando capita qualcosa mandiamo la municipale” ma non ci dice la consistenza del problema. Noi abbiamo messo insieme le nostre conoscenze del territorio per avere mappatura dei misfatti che vengono attribuiti a questi soggetti”.

E che cosa è emerso?

“E’ emerso che sarebbero state tante, più da parte dei ragazzi di una casa famiglia che dall’altra, quella dove ci sono i tre neomaggiorenni. Vengono fatte segnalazioni costanti e più volte al giorno di comportamenti che creano difficoltà soprattutto alle donne. Sulle ciclabili di Medolla abborderebbero e circonderebbero ragazze e signore che passano, e la notte se ne andrebbero in giro per il paese. Una donna di qualsiasi età che gira da sola può sentirsi a disagio. Secondo quanto viene raccontato, farebbero gestacci, e punzecchiature, direbbero parolacce, ammiccherebbero in modo pesante. Quotidianamente.”

Approcci pesanti, insomma?

“Veri e propri atti di maleducazione, per non dire altro. E per non parlare del modo in cui girano in bici senza guardare dove vanno e senza rispettare i segnali”.

Dopo la denuncia della signora che era stata accerchiata in bicicletta è successo altro? 

“L’ultima è che li hanno sbattuti giù dall’autobus perchè erano senza biglietto. Ma il fatto più grave è accaduto quando  durante un controllo per droga uno dei ragazzi ha aggredito i Carabinieri ferendone due.

Droga?

Al parco e sulla Chico Mendes alcuni dei ragazzi ospiti della casa famiglia sembrano intenti in attività poco trasparenti e forse uno di questi (l’aggressore) anche dedito allo spaccio. Se così fosse servirebbe un percorso sanitario adeguato, lo seguono?Hanno bisogno di sostegno e integrazione specifici”.

Traccia un quadro di adolescenti ribelli, molto ribelli.

“Non esattamente, Di adolescenti ribelli a Medolla ce ne sono stati, tutti conosciuti. Durano due-tre anni e poi qualcuno gli fa capire che le cose non stanno in quel modo. E qui cui c’è una reiteraizone quotidiana dei comportamenti. Bravate 24 ore su 24, che appaiono senza controllo e senza punizione”.

Venerdì il sindaco Filippo Molinari ha convocato stampa e cittadini per spiegare il punto di vista del Comune sulla situazione, che ne pensa?

“E’ legittimo che il sindaco informi i cittadini. Ma deve mettere in campo azioni, per prevenire e risistemare la situazione che è sempre più grave e mette sempre più a disagio i cittadini. Bisogna finirla con la chiacchiere, le soluzioni sono semplici e alla portata di tutti”.

Quali? 

“Anzitutto, fare in modo che i gestori delle Case famiglia attuino un controllo maggiore e più qualificato. Per ogni minore ricevono un assegno molto alto, le risorse ci sono. Vanno inseriti dal punto di vista scolastico, mi pare che abbiano una bassa frequenza della scuola. Nessuno li ha mai visti giocare a calcio, o fare attività di altro genere. C’è bisogno di inserirli attraverso lo sport e in iniziative in cui siano seguiti da tutor. 
Anche perché i soldi che spendiamo per loro sono davvero tanti, non ci sono solo quelli del Governo per i minorenni, ma quelli per i maggiorenni sono in carico ai servizi sociali Ucman, sono costi pagati direttamente dai cittadini della Bassa. Tagliamo qualche servizio agli anziani e spendiamo risorse, soldi e tempo soldi per trovare soluzioni a gente che non ha voglia di collaborare.

La vostra prossima mossa politica?

“Stiamo preparando la richiesta di un Consiglio comunale straordinario e un di una riunione del Consiglio dell’Ucman proprio su questa questione”.

 

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