Aimag, dopo il referendum dei cittadini salta il direttore generale, Antonio Dondi. La decisione arriva dalla sede della multiutility a Mirandola, all’indomani della consultazione che a Carpi ha bocciato la linea portata avanti finora di fusione dell’azienda in un’altra realtà (Hera, in pole position) e dopo che il patto di sindacato ha deciso di conferire più poteri al consiglio di amministrazione, a saltare è il vertice dell’azienda.
“In riferimento al percorso condiviso dal patto di Sindacato e al mandato affidato al Consiglio di amministrazione si legge in una nota di Aimag – è stato deciso di procedere ad una riorganizzazione aziendale che, in questa fase, non prevede la figura del Direttore Generale.
Dal 1 ottobre l’incarico, che era stato affidato ad Antonio Dondi, arrivato a naturale scadenza, non verrà prorogato.
L’attuale direttore rimarrà comunque all’interno dell’azienda, con responsabilità da dirigente d’area, con le competenze e la professionalità maturate in questi anni”.
Cosa hanno deciso i Comuni soci di Aimag
L’altro giorno si sono riuniti i rappresentanti dei Comuni dela Bassa che hanno quote in Aimag e sono in accordo tra loro tramite un “patto di sindacato”. Hanno fatto il punto sulla situazione: divisi tra loro fra chi vuole una fusione con Hera (grande multiutility nazionale) e chi invece la vuole con Tea (piccola multiutility mantovana), con tanti cittadini che on il referendum hanno detto no a ogni ipotesi di fusione, hanno deciso che è meglio lasciare perdere.
Almeno per il momento e almeno in questi termini.
Sì, perchè la fusione con Hera tramite l’aumento di quote che l’azienda già possiede in Aimag (oggi ne ha il 25%) non va in soffitta, semplicemente si parla più vagamente di “rapporti di collaborazione e di sinergia industriale” (ad esempio sul conferimento nelle nostre discariche dei rifiuti raccolti da Hera? O il confreimento negli inceneritori Hera della nostra spazzatura?). Non si esclude neanche la possibilità di fare qualcosa con Tea o altri, ad esempio Sorgea, altri gruppi, insomma “che già operano sul territorio o su territori limitrofi o che su tale territorio intendono fortemente investire, affinchè gli investimenti e gli altri benefici prodotti da queste sinergie ricadano pienamente sui nostri territori, costruendo così una grande Aimag”, si legge in una nota dell’azienda.
Una dichiarazione di intenti di grande sviluppo per una Grande Aimag, ma da finanziare in che modo visto che di vendita di azioni non si parla più? Nella nota dell’azienda emessa dopo la riunione c’è una timida e vaga ipotesi di azionariato diffuso (come si fa con l’azionariato popolare per le squadre di calcio in cui i tifosi comprano un paioi di quote a testa o una vera e propria quotazione in Borsa?). Staremo a vedere. Intanto mandato via Dondi, il potere lo assume direttamente il consiglio di amministrazione, che è composto dalla presidente Monica Borghi, il vice Paolo Pirazzoli, e i consiglieri Giorgio Strazi, Massimo Siligardi e Giuliana Gavioli.
La nota del patto di sindacato di Aimag
Tutti i comuni soci hanno partecipato al percorso di verifica di mercato riguardante il riposizionamento di Aimag avvenuto tramite la raccolta di manifestazioni di interesse ad operazioni di partnership con soggetti operanti nei medesimi ambiti del Gruppo Aimag.
Al termine di tale percorso, i Comuni soci assumono quale indirizzo strategico quello di operare per un Aimag forte nella sua identità pubblica, radicata sul territorio e possibilmente federativa.
La direzione del Patto di sindacato è altresì a favore di un’evoluzione e di un rafforzamento della compagine societaria di parte pubblica e ritiene che il gruppo Amag debba essere preservato nella sua autonomia operativa e decisionale, ma contemporaneamente debba sviluppare forti rapporti di collaborazione e di sinergia industriale con altri Gruppi che già operano sul territorio o su territori limitrofi o che su tale territorio intendono fortemente investire, affinchè gli investimenti e gli altri benefici prodotti da queste sinergie ricadano pienamente sui nostri territori, costruendo così una grande Aimag.
In questa ottica, nell’interesse dell’intera compagine societaria, si decide di:
- di esperire la possibilità di costituire una holding pubblica tra i comuni attualmente soci, come uno dei percorsi possibili per assolvere agli obblighi derivanti dal nuovo Testo Unico delle società a partecipazione pubblica, rafforzando e facendo evolvere l’attuale patto di sindacato. Si assume fin da ora quale indirizzo che, a fronte di una manifesta impossibilità a procedere nella costituzione della holding come sopra, si mettano in campo strumenti utili a raggiungere il medesimo obiettivo;
- di approfondire la possibilità di aprire a forme di azionariato diffuso.
- di iniziare interlocuzioni specifiche con le aziende pubbliche operanti sul territorio, in un’ottica federativa strategica;
- di approfondire con il socio Hera possibili sinergie industriali nel rispetto del quadro normativo e regolatorio esistente e comunque nell’ottica di un comune sviluppo industriale;
Le collaborazioni da individuare e sviluppare:
– dovranno tener conto della possibile condivisione di interessi sul piano economico e territoriale preservando un forte ruolo di AIMAG nei processi decisionali;
– dovranno tener conto delle tempistiche collegate alle sfide che attendono la società sui diversi ambiti di attività (prossime gare e scadenze delle concessioni).
La Direzione del Patto di Sindacato, alla luce delle indagini di mercato compiute e degli indirizzi come sopra definiti, dà altresì mandato al Consiglio di Amministrazione di Aimag, con la collaborazione delle professionalità esterne che lo stesso riterrà utili, di esperire gli incontri necessari con gli organi direttivi delle società e dei gruppi che hanno manifestato il loro interesse.