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Riciclaggio: 360 segnalazioni partite dal Modenese, più dell’intera Calabria

da | Mar 17, 2014 | Ultime news | 0 commenti

riciclaggio“Un’attività malavitosa e speculativa che non crea sviluppo sano e lavoro, che ricicla denaro sporco attraverso operazioni di conversione, trasferimento, occultamento, investimenti di risorse e beni, essendo a conoscenza che essi provengono da attività criminosa” – così Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale commenta i dati che mostrano come ci siano in Emilia-Romagna circa 2.500 segnalazioni sospette negli ultimi sei mesi, e che dalla provincia di Modena, nello stesso semestre 2013, sono partite 362 segnalazioni di operazioni economiche sospette, superiori alle 331 dell’intera Calabria.
“L’ultimo Quaderno dell’Unità di Investigazione Antiriciclaggio della Banca d’Italia, reso pubblico il mese scorso, oltre ad un aggiornamento dei dati già in precedenza monitorati, aggiunge autentiche novità nella ricerca, che meglio illuminano – spiega una nota della Cgil – le caratteristiche di questo fenomeno purtroppo sempre più intrecciato all’economia, anche nei nostri territori.

Una giusta legge dell’ultimo governo Prodi, fortemente voluta anche dal Sindacato, ha introdotto l’obbligo per banche, operatori finanziari e professionisti, di segnalare all’apposito ufficio UIF della Banca d’Italia, l’esecuzione di operazioni sospette di riciclaggio.
Nel 2013 sono così state analizzate 52.317 segnalazioni, pervenute in stragrande maggioranza dagli addetti ed uffici bancari e postali, o a fronte di comportamenti ed operazioni ritenute sospette, effettuate agli sportelli, o per la movimentazione di enormità di contante, pari a ben 130 miliardi.
E i risultati ci sono, alla luce delle 157 istruttorie giudiziarie aperte e delle 521 aperture di pratiche con autorità straniere.

La posizione dell’Emilia Romagna è negativamente “migliorata”.
La nostra regione, con 2.480 segnalazioni sospette nel semestre esaminato, è al quarto posto – pari merito col Veneto – fra tutte le regioni italiane ed in seconda posizione – dopo Lombardia – fra le dieci regioni a nord del Lazio.
Dalla provincia di Modena, nello stesso semestre 2013, sono partite 362 segnalazioni di operazioni economiche sospette, superiori alle 331 dell’intera Calabria (!!): o là sono più disattenti, ed è probabile, o qui si concentrano forti e crescenti attività malavitose di possibile riciclaggio.
Fatto sta che nella mappatura geografica delle province e con diverse gradazioni dei colori, riportata dal rapporto UIF, i territori di Modena e Reggio sono colorati vicino al rosso cupo.

Altra grave criticità, assolutamente preoccupante, sta nel crescente divario fra l’impegno degli operatori di banche e poste nel segnalare i sospetti, e l’arretramento del vasto mondo dei professionisti che in ogni caso, nei fatti, vede, tocca ed assiste tali operazioni economiche sospette.
A parte i notai, dai quali proviene il 90% di segnalazioni dell’intero mondo delle professioni, solamente 65 vengono dai commercialisti e consulenti del lavoro di tutta Italia; 20 dagli avvocati e studi associati dell’intero bel Paese; ben n° 3 da tutti i revisori contabili nazionali.
Dividendo per dieci, si ottengono i numeri delle segnalazioni dai professionisti emiliano romagnoli !
Assenza e/o collusione, ma da affrontare con grande fermezza e senza inutili demagogie.
Un’assoluta marginalità del mondo professionale, aggravata dall’entità/marginalità economica di quanto essi segnalano e sopratutto dalla lentezza/ritrosia nei tempi di allarme. Se dagli sportelli bancari arrivano i dati sospetti all’UIF entro 34 giorni, dai revisori contabili giungono dopo 113 giorni e dagli “altri professionisti” dopo 205 giorni !

Altra novità assoluta in quei dati che ci riguarda da vicino.
Se la maggior parte delle operazioni sospette è riferita ad “addebiti/prelievi, oppure accrediti/versamenti” tramite bonifici – seguono l’acquisto titoli e l’emissione di assegni – colpisce un dato. La quota crescente dei ” bonifici sospetti verso Paesi o da Paesi a fiscalità privilegiata”.
Modena emerge. Delle tante segnalazioni sospette con “oggetto bonifici” riguardanti la nostra provincia, il 15% tratta di bonifici verso Paesi a fiscalità “privilegiata”,mentre il 20% sono bonifici provenienti da quel tipo di Stati esteri .
Si parla cioè di crescente e documentato scambio fra attività finanziarie modenesi e “paradisi fiscali”.  Un elemento di assoluta portata e che, purtroppo,i nnesta una marcia negativa finora poco considerata”.

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