di Andrea Lodi
Sebbene il tasso di occupazione femminile in Italia abbia raggiunto quota 48,8% – valore più alto dall’avvio delle serie storiche dal 1977, sottolinea l’Istat – tuttavia, secondo Eurostat, l’Italia è al penultimo posto nel confronto europeo dopo la Grecia.
Più alto, per l’appunto, del 43,3% della Grecia, ma ben lontano dal 61,6% della media dei 28 paesi europei, e ancor di più dai record di Svezia (74,6%), Norvegia (71,9%) e Germania (71,0%).
Una percentuale inferiore rispetto a quella maschile
Le donne in età lavorativa hanno sì raggiunto il record del 48,8%, ma restano ancora lontani dal 66,8% degli uomini.
Il tasso di disoccupazione scende
Il tasso di disoccupazione riferito alle donne, in Italia, è sceso al 12%, rispetto all’anno precedente, sebbene sia ancora il peggiore dopo Spagna (19%) e Grecia (26,2%).
Difficile conciliare famiglia e lavoro
A pesare sul dato dell’occupazione femminile italiana c’è anche la difficoltà nel conciliare il lavoro con la famiglia: nel 2016 – in base agli ultimi dati degli ispettorati del lavoro – 30mila donne hanno dato le dimissioni dal posto di lavoro in occasione della maternità. Molte donne non sono neanche alla ricerca di un posto di lavoro, impegnate nel ruolo di assistenti familiari.
Leggi l’articolo pubblicato il 18 ottobre 2017 dal titolo “Un paese che non forma talenti”
Disparità di trattamento pensionistico
La pensione delle donne resta mediamente più bassa del 30,5% rispetto a quella degli uomini: gli uomini rappresentano il 47% dei pensionati ma incassano il 56% del “monte pensioni”.
La presenza delle donne nelle istituzioni
In Parlamento soltanto il 20% dei deputati e dei senatori è donna, registrando una delle percentuali più basse in Europa e nel mondo e configurando una “carenza di democrazia”
La presenza femminile nelle università
Le studentesse rappresentano il 58% dei laureati, ma le ricercatrici universitarie sono il 40%, le professoresse associate il 32%, le ordinarie solo il 14% e sono 2 le uniche donne rettore in tutta Italia. Anche la “fuga dei cervelli” si tinge prevalentemente di rosa: le donne pare non siano considerate affidabili.
Donne alla guida di un’azienda ferme al 21,8%
Le donne a capo di un’azienda sono in percentuale ancora solo il 21,8%. Un dato che non si discosta da quello dell’anno precedente. Percentuale molto distante da quelle dei paesi dove le donne manager sono la maggioranza rispetto agli omologhi maschili. La Giamaica ha il primato di avere la maggioranza dei capi o proprietari di azienda donna: sono il 59,3 per cento del totale. In Colombia, che in questa classifica è seconda, la percentuale è del 53,1 per cento. Gli Usa si trovano al quindicesimo posto della classifica con il 42,7% di donne alla guida di un’azienda.
Da anni si parla tanto di quote rosa. Giusto, se ne parla, ma al di là di un esplicito riferimento ad un colore storicamente attribuito al genere femminile, rimane il fatto che rispetto ai Paesi europei, e non solo, l’Italia, in fatto di presenza femminile nei vari ambiti dell’economia e della società, si trova troppo spesso posizionata nelle ultime posizioni.