Una possibile collaborazione di giustizia dell’uomo considerato il boss della ‘Ndrangheta emiliana, che però non è andata a buon fine. Nicolino Sarcone, condannato a 15 anni in secondo grado nel processo Aemilia, non ha convinto i Pm della Dda di Bologna guidata dal procuratore Giuseppe Amato, che hanno subito interrotto l’iter con l’esponente di spicco della cosca Grande Aracri.
L’ipotesi di un pentimento di Sarcone, recentemente accusato proprio dalle parole di un pentito, Antonio Valerio, anche di due omicidi del 1992, è circolata durante la giornata in ambienti legali e nell’aula di Reggio Emilia dove è in corso il dibattimento per 150 imputati e dove Sarcone non c’è perché già giudicato in abbreviato. Il Pm Beatrice Ronchi ha fatto domande al teste Valerio sulla posizione di Sarcone, suscitando proteste dei detenuti nella ‘gabbia’. Gianluigi Sarcone, fratello, ha riferito in aula di aver saputo che stava collaborando. Ma la Dda, evidentemente, non lo ha ritenuto attendibile.(Ansa)
Processo Aemilia, il pentimento del boss giudicato inattendibile
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