“Gettare banchi, sedie e arredi vari perché non servono più – incalza Enrico Aimi, consigliere regionale Fi – è un’immagine triste e umiliante per Concordia e il Commissario alla ricostruzione non ne esce propriamente bene. Qualche associazione del territorio avrebbe certamente potuto riutilizzarli o si potevano donare ad esempio ad altre scuole, magari quelle colpite dal terremoto nel centro Italia ed ora agibili.
Sulla questione – annuncia Aimi – presenterò un’interrogazione sia per la distruzione di tali beni, sia per la decisione di demolire l’edificio.
La vicenda delle scuole elementari di Concordia, infatti, è l’emblema di una ricostruzione che, nonostante la lentezza e i ritardi, appare singolarmente frettolosa e priva di senso comune.
Concordia è uno dei paesi che maggiormente ha visto stravolto il suo centro storico e l’Amministrazione ha sbilanciato il paese in modo eclatante costruendo l’area commerciale, le scuole, la chiesa e il municipio tutti assieme in periferia. Il nuovo quartiere ne ha spostato il baricentro per sempre.
Perché un negoziante – si chiede l’esponente di FI – dovrebbe tornare in via Pace o un cittadino ricostruire la propria casa in centro storico, se tutto il paese si è ‘spostato’ altrove!?
La ricostruzione in centro è impantanata anche per queste ragioni.
Diversi concordiesi mi hanno contatto per sottolineare come la vecchia scuola elementare non avesse problemi significati con il sisma e che si sarebbe potuta recuperare per trasformarla in centro civico. Tutti hanno sottolineato che rappresenta parte della storia e della memoria condivisa della cittadina ed è dunque un punto fermo dell’identità di questa comunità.
Inoltre, sempre attraverso l’interrogazione, – conclude Aimi – chiederò di chiarire nel dettaglio come sia stato possibile superare i vincoli della Soprintendenza. In Italia si fa fatica ad ottenere un autorizzazione per ristrutturare un edificio storico e qui, invece, si può buttare giù tutto per fare un parcheggio!”
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