“Dopo il terremoto abbiamo avviato un monitoraggio nelle area colpite, approfondendo l’analisi sulle aree industriali con Iren, Fastweb, Achanto e i maggiori operatori. Ebbene abbiamo scoperto che c’è la fibra ottica, ma gli operatori che ne detengono i diritti non hanno interesse a usarla”. Quindi, per superare il gap tecnologico che vede la Bassa avere serissimi problemi con il collegamento internet, servirebbe che “piccoli operatori, con compagini aziendali più agili, avessero interesse a investire su questo”E’ quanto spiega Gianluca Mazzini, direttore generale di Lepida spa, presentando l’inaugurazione del primo lotto della nuova rete a banda ultralarga (BUL) per i cittadini e le imprese di Pieve di Cento realizzata grazie alla tecnologia FTTH (Fiber To The Home). Un’operazione a costo zero per il Comune, resa possibile dalla
collaborazione tra Istituzioni e operatori locali: Pieve di Cento diventa così modello virtuoso,primo Comune di medie dimensione in Emilia-Romagna ad attivare
una Smart City a partire dalle infrastrutture.
E i Comuni della Bassa possono ambire ad avere un servizio di questo tipo?
Da noi la situazione è particolare perchè l’infrastruttura c’è, ma i grandi operatori hanno deciso di non usarla. “Ci sono fibre ottiche presenti in tutta la zona della Basa modenese – spiega Mazzini- ma manca la volontà degli operatori per sfruttarle, cerchiamo quindi piccoli operatori con modello più snello che faccia poi distribuzione e copra il cosiddetto“ultimo miglio”.
Il direttore di Lepida annuncia anche una novità : “Lavoreremo nella zona del sisma coi fondi strutturali 2014-2020 (fondi che non c’entrano con la ricostruzione, sono finanziamenti per investimento) appena li avremo a disposizione come Regione”