“Il Comune di Mirandola e l’Unione Area Nord hanno speso ben 230 milioni di vecchie lire per le fasi iniziali del processo ed altri 100.000 euro negli ultimi anni. Per un totale, con la conversione delle lire in euro, di 220.000 euro, una cifra veramente significativa che è stata pagata, in pratica, da tutta la collettività”. Lo rende noto Antonio Platis, consigliere provinciale e capogruppo Forza Italia Area Nord che dall’opposizione sta spulciando gli atti relativi a quanto accadde a fine anni Novanta nella Bassa, quando 16 bambini di Mirandola e Finale Emilia vennero tolti alle famiglie sospettate di abusi. I procesi hanno portato tante assoluzioni e un paio di condanne, oggi contestate. Il caso è tornato in auge grazie a una inchiesta di Repubblica che ha ricostruito la vicenda.
Per quanto riguarda le spese che Comune e Unione hanno sostenuto, commenta Platis, “il fatto che una parte sia ancora espressa con il “vecchio conio” la dice lunga sul percorso di sofferenza che queste famiglie hanno patito per tutti questi anni.
Pochi giorni fa, l’Amministrazione ha risposto alla nostra interrogazione fornendo il dettaglio di tutte le spese legali sostenute nei processi, nella costituzione di parte civile, per le opposizione alle richieste di adozioni, per le sospensioni e le decadenze di patria potestà.
Il dettaglio di tutte le spese sostenute in questi anni fa emergere con forza altri quesiti che gireremo, con una nuova interrogazione, all’Unione Area Nord.
In particolare – chiosa il capogruppo di Forza Italia – l’Unione ha continuato a pagare le spese legali anche ai ragazzi che sono diventati maggiorenni. Questo – a mio avviso – apre un problema in quanto l’Amministrazione non aveva titolo per farlo a meno che i neo maggiorenni non fossero interdetti o dichiarati inabili da un Tribunale.
Inoltre investigheremo per capire se la patria potestà dei ragazzi, all’epoca minori, fosse veramente in capo al Sindaco ed ai Servizi Sociali.
È evidente – dichiara l’esponente azzurro Antonio Platis – che, se come sembra, sono stati utilizzati fondi pubblici per pagare spese legali senza titolo, ci troveremmo davanti ad un fatto gravissimo. Non appena avremo la certezza dell’entità economica di quella parte di spese legali, sarà nostra cura segnalarlo ai Revisori e alla Corte dei Conti. La legge infatti prevede per i maggiorenni non abbienti il gratuito patrocinio, mentre l’Unione se ne è fatta comunque carico con la motivazione della “particolare delicatezza e gravità dei fatti oggetto del procedimento di cui trattasi, i loro risvolti sociali, la necessità di tutelare nel migliore dei modi la parte civile, indipendentemente dal raggiungimento della maggiore età”.
Entro il 10 Febbraio, l’attuale responsabile del Servizio Minori, dott.ssa Federica Pongiluppi, ha garantito che sarà data risposta – finalmente – all’altro quesito posto dalla nostra interrogazione del dicembre scorso, ovvero i costi sostenuti, comprensivi del dettaglio della quota in capo ai Comuni/Unione e quella in capo all’Ausl, suddivisi per anno e struttura ospitante.
Cifre – conclude Platis – sicuramente da capogiro”