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Potere al Popolo: “Il completamento della casa della salute di Finale Emilia è fermo dal 2013”

da | Feb 11, 2018 | Elezioni | 0 commenti

Sabato 10 febbraio i candidati e le candidate di Potere al Popolo alle elezioni del 4 marzo hanno distribuito volantini all’ingresso del Policlinico di Modena e fatto il punto sulla realtà modenese:

“La sanità modenese non è esente dai problemi di carattere nazionale a cui si sommano questioni locali. Come il ridimensionamento degli ospedali periferici e la mancata attivazione di strutture a minor impatto assistenziale. La chiusura del punto nascite di Pavullo è solo l’ultimo di molti tagli a tutti i reparti degli ospedali di periferia a favore della tendenza a concentrare tutte le prestazioni sanitarie in città. Delle case della salute previste, non tutte quelle proposte sono state attivate, e la zona più deficitaria è quella del cratere, dove il completamento della casa della salute di Finale Emilia è fermo dal 2013, il progetto sulle cure palliative dell’hospice e la realizzazione dei posti letto di ospedale di comunità è in forte ritardo. Non possiamo nemmeno più restare indifferenti ai continui tagli dei posti letto. Se dal 1 gennaio 2018 è attiva la auspicata unificazione dei due ospedali cittadini, non si può tacere il taglio di ulteriori 110 posti letto dopo che nel quadriennio 2013-2017 i posti letto a Modena si erano già contratti di 271 unità, da 2.882 a 2.611 – chiudono i candidati di Potere al Popolo. Proponiamo l’eliminazione dei ticket sulle prestazioni sanitarie e il taglio drastico dei tempi di attesa, anche attraverso la modifica delle norme che regolano l’intra moenia. I tagli alla sanità pubblica con le liste d’attesa sempre più lunghe hanno un obiettivo preciso: favorire la sanità privata e le polizze malattia le cui conseguenze sono nefaste: sia perché il diritto alla salute viene ridimensionato, sia perché sulla fiscalità generale si riducono le entrate a causa della incentivazione della detrazione fiscale per i servizi ricevuti da strutture private. Per questo dobbiamo puntare sull’uscita del privato dal business dell’assistenza sanitaria e sul potenziamento dei servizi sanitari esistenti”.

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