Una storia lunga quella di Abrenunzio, l’area artigianale a Ravarino. Tanto lunga che i consiglieri del Movimento Cinque Stelle di Ravarino la definiscono un’odissea. Dopo la ripresa dei lavori, Arpae ha imposto un ulteriore fermo “per nuove problematiche – spiegano i consiglieri – legate ai risultati delle analisi di laboratorio sul materiale consegnato”.
Il M5S ha fatto il punto sulla vicenda in una lunga nota:
Siamo a Febbraio 2018 e l’area Abrenunzio non sta vivendo il suo migliore momento.
Il materiale conferito è stato livellato in parte ma il resto appare ancora ammonticchiato in diversi punti.
Le ragioni del rallentamento o addirittura del blocco dei lavori sono riconducibili a problematiche legate al confronto fra i risultati delle analisi dei materiali da parte dei tre laboratori che in alcuni casi non sono conformi fra di loro.
Ne è prova la determinazione Arpae datata 12 Aprile 2016 con la quale l’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia – Romagna disponeva quanto segue:
“il divieto immediato a far data dal ricevimento del presente atto di conferimento e di utilizzo presso il sito di riutilizzo ubicato a Ravarino (MO), loc. Stuffione, denominato “Abrenunzio”, censito al catasto foglio 15 mappali 219, 221,223,224,225,226,227,228,229,230,231 delle terre da scavo, codice europeo 170504, provenienti dallo scavo della nuova viabilità e da altre opere di cantiere della Variante di Valico in località Poggiolino di Barberino di Mugello (FI).”
Dopo le necessarie verifiche i lavori sono ripresi ma purtroppo è di questi giorni la comunicazione che un ulteriore fermo dei lavori è stato imposto dalla Arpae, per nuove problematiche legate ai risultati delle analisi di laboratorio sul materiale consegnato.
Ci è stato spiegato di come la normativa italiana sia la più rigida in materia di analisi dei materiali di risulta degli scavi ma di questo crediamo nessuno dovrebbe lamentarsi visto che si parla di ambiente dove tutti noi viviamo.
Ringraziamo la lungimiranza dimostrata da tutti i partecipanti alle assemblee illustrative del progetto quando è stata richiesta una terza e insindacabile verifica di laboratorio sul materiale in arrivo in Abrenunzio.
Ci auspichiamo che i controlli producano l’effetto sperato e cioè che il materiale consegnato risulti idoneo allo scopo prefissato e possa terminare la lunga odissea di cui l’area Abrenunzio è stata vittima (ormai sono 35 anni che si parla di Abrenunzio senza che sopra ci sia un insediamento produttivo).
Nel caso contrario il materiale non conforme deve riprendere il nome di “rifiuto” ed essere smaltito nei luoghi adatti e non sulla terra di Abrenunzio ovviamente senza che questo pesi sulle tasche dei cittadini di Ravarino.
I cinquestelle ricordano anche che “dalle assemblee pubbliche del 2015 organizzate dall’amministrazione comunale di Ravarino era emerso il problema del livello del terreno dell’area destinata ad attività produttive denominata “Abrenunzio”. Per “rilanciare” e rendere l’area appetibile all’acquisto dei vari lotti e quindi all’insediamento di nuove aziende, l’Amministrazione e il C.A.P Modena (Consorzio Attività Produttive è un ente che ha in gestione l’area di Abrenunzio e di cui il Comune è socio) spiegarono che sarebbe stato necessario effettuare un riempimento dei lotti in quanto il livello al momento era troppo basso rispetto all’area stradale.
Il costo dei lavori di riempimento era stato valutato in circa € 700.000.
L’opportunità del momento però prevedeva, da parte di un soggetto “benefattore”, il conferimento gratuito di materiale da riempimento nell’area e il conseguente livellamento”.
“Sempre nel 2015 – proseguono i consiglieri – il C.A.P Modena bandiva una gara per quella che veniva definita una riqualificazione tramite attività di recupero ambientale, cioè terre o rocce da scavo, di fatto rifiuto certificato, proveniente da luoghi interessati da lavori di scavo e/o perforazione, utilizzate per alzare il dislivello in Abrenunzio.
Durante le assemblee pubbliche i partecipanti hanno richiesto controlli molto stretti sui materiali, da effettuarsi con una ulteriore analisi da parte di un laboratorio scelto dal C.A.P Modena, oltre alle due già ipotizzate a carico del produttore e del trasportatore del materiale consegnato.
Il 19 novembre 2015 in occasione di una nuova assemblea convocata ancora dall’amministrazione comunale, è stata comunicato l’accordo di partenariato pubblico-privato tra il C.A.P. Modena (in proprio e in nome e per conto del comune) e la ditta SEAR Bastiglia.
L’accordo prevedeva la consegna di circa 120000 tonnellate di materiale derivante da luoghi con distanze non superiori 100 km da Abrenunzio e che la durata del lavoro non avrebbe superato i 18 mesi, quindi entro e non oltre il mese di maggio 2017”.