Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Un ricordo di Sergio Silvestri.
A 70 anni ci sono ancora tante cose da fare, tanti progetti da portare avanti insieme all’amore per la propria figlia e i propri nipoti ed anche il dedicarsi ancora per un po’ al bene della comunità cittadina.
La bontà di una vita non dipende dalla sua durata, ma dalla sua qualità che non spetta all’uomo giudicare.
Sergio ci lascia, fra le altre, una cosa importante: la passione con la quale ha portato avanti le sue idee. Di questi tempi è difficile trovare uomini così appassionati.
Lo ricordo come Sindaco e ancora di più dopo, non più primo cittadino, battagliero e tenace. Ebbe a dirmi più volte in tono di sfida che quando ci si mette la fascia tricolore non lo si fa per andare a comandare, ma per cercare di dare il meglio di sé e mettersi al servizio della comunità. E questo servizio, per come lo intendeva lui, non lo ritrovava completamente negli uomini che gli erano succeduti in Comune a Cavezzo.
Mettersi al servizio della comunità: questo era il suo progetto di “Casa Grande”.
Ci aveva provato e riprovato, subendo a volte critiche pesanti che non meritava.
Lo dobbiamo riconoscere: non aveva un carattere facile, anzi, aveva un carattere forte, testardo, si prodigava sino in fondo per la comunità locale a modo suo, con discussioni che portava avanti con tenacia per ottenere quello che lui riteneva il “bene comune”. Non dimenticheremo mai i suoi comizi politico-sociali domenicali, armato di megafono vecchio stile e altoparlante fissato sulla sua vecchia Range Rover posta in mezzo al mercato cittadino, parlare per un’ora di seguito di tutti i problemi del paese ….
Quando parliamo di “Sindaci” non dobbiamo attribuire loro solo cose negative, ma tenere presente che è difficile soddisfare le esigenze di tutti.
Era un lottatore instancabile, a volte pure un rompiscatole, ma era preparato dal punto di vista “politico”, aveva studiato e approfondito diverse tematiche sociali, era un sognatore …
Sì, un sognatore! Gettava semi al vento con la speranza, un giorno, che fiorisse il cielo.
Era di umana forza e tenacia straordinarie nel superare gli ostacoli che molto spesso ha trovato sul suo cammino e da cui non ne usciva sempre vincitore. Tutt’altro.
Sergio, ora ha raggiunto i suoi cari genitori e ancora di più Franco, il suo amato fratello più giovane.
Non proverà a fare il Sindaco anche lassù! Il progetto di “Casa Grande” l’ha già fatto il Padreterno!
Ciao Sergio, riposa in pace.
Antonio Turco
Cavezzo
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